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Ibanez: “Mourinho è sensazionale, la Roma è un club gigantesco”

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Roma

Ibanez in un’intervista rilasciata in Brasile ricrda il suo esordio in Serie A e l’emozione di vestire la maglia giallorossa.

La scorsa stagione di Roger Ibanez è stata piena di alti e bassi.

Il difensore brasiliano con gli arrivi di N’Dicka e la probabile conferma di Llorente non ha più la certezza di rimanere in giallorosso.

Il numero 3 ieri ha parlato in Brasile durante il programma Bola nas Costas su ‘Rede Atlantida’.

Di seguito le sue parole.

Su Ancelotti.
“È un grandissimo allenatore, se ne parla in tutto il mondo ma io non ho più notizie di voi.”

I suoi inizi in Serie A.
“Non guardo molto calcio nella vita di tutti i giorni. Mi fermo a guardare magari quando mio papà sta vedendo una partita, ma già vivo calcio tutti i giorni. Va bene così. L’inizio è stato difficile in Serie A, perché si gioca a un tocco e la velocità è molto più alta. Io ero rimasto inizialmente alla velocità del calcio brasiliano”.

La Conference League e l’Europa League.
“L’abbiamo giocata sin dall’inizio con l’obiettivo di vincere come l’Europa League quest’anno. La Conference era una cosa grande per il club perché era la prima storica edizione di quella competizione. In Italia c’è la Serie A, la Coppa Italia e le coppe europee. Si pensa prima al campionato e se si arriva tra le prime quattro ci si qualifica in Champions, mentre se si arriva quinto o sesto si va in Europa League o Conference”.

Lo scudetto.
“Quello è il sogno di tutti i tifosi. La Roma è un club gigantesco, quindi già conosci la pressione che i tifosi ti metteranno perché sono molto passionali, quindi è normale. L’importante è dare il meglio per cercare di vincere”.

Internacional.
“Quando c’era Rodrigo Caetano come dirigente, l’Internacional aveva mostrato interesse per me. All’epoca giocavo nel Fluminense, ma il mio club non voleva prestarmi né cedermi a un altro club brasiliano”.

Come è José Mourinho?
“Sensazionale. Lui è divertente perché è un bipolare nato (ride, ndr): un giorno sorride e l’altro neanche può dirgli buongiorno. Se si vincono due partite di fila è pronto ad abbracciarti. Con lui parlo in portoghese”.

È il tipo di allenatore che manca al Brasile?
“La nazionale brasiliana è il massimo per un calciatore o un allenatore. È un posto difficile, un ct deve avere molto polso”.

Mourinho si adatterebbe alla nazionale brasiliana?
“Sì, facilmente”.

In Italia l’allenatore parla alla squadra in Italia, come fa un calciatore brasiliano come te a capire ciò che dice?
“All’Atalanta non c’era il traduttore, ho seguito lezioni di italiano e poi ho appreso la lingua anche grazie alla convivenza nello spogliatoio. Dopo un mese capivo tutto, ma parlarlo era molto più difficile. Ho iniziato a parlarlo fluentemente dopo 3/4 mesi. Nella Roma c’è il traduttore, entra in campo durante gli allenamenti e spiega il lavoro richiesto”.

L’attaccante più difficile che hai marcato?
“Non ce n’è solo uno, in Italia sono molto intelligenti tatticamente. Questa è la principale differenza tra il Brasile e l’Italia”.

Ti manca il calcio brasiliano?
“Dal punto di vista tecnico sì, ma per quanto riguarda la tattica no”.

Meglio vivere a Rio De Janeiro o a Roma?
“Rio De Janeiro”.

Ibanez

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